Quest’opera presenta una figura umana frammentata, delineata da contorni netti, quasi geometrici. La figura tende una mano verso qualcosa che appare tangibile, eppure resta appena fuori portata — un gesto sospeso tra percezione e assenza.
La composizione esplora l’idea della variabile nascosta: una presenza che influenza il mondo visibile, pur non potendo ancora essere osservata direttamente. Il corpo incompleto diventa metafora della conoscenza parziale — un sistema in attesa di soluzione, o forse intrinsecamente irresolubile.
L’uso della foglia oro, storicamente associata a verità, divinità e perfezione, si contrappone qui alla corrosione e al degrado materiale. Questo contrasto evidenzia la tensione tra forme ideali e le realtà fratturate attraverso cui cerchiamo di accedervi.
Lo sguardo del soggetto non è rivolto verso l’esterno, ma verso uno spazio al di là del visibile — verso ciò che si percepisce più che si vede. In questo momento sospeso, l’opera invita lo spettatore a riflettere sui limiti della percezione, e sulla possibilità che ciò che manca non sia assenza, ma struttura nascosta alla vista.
Equazione Incompleta non propone una soluzione definitiva. Mette invece in scena una domanda: e se l’elemento mancante non fosse destinato a essere risolto, ma avvicinato attraverso l’intuizione, la presenza, e la ricerca persistente di significato?